Intervista su "C'è vita su Marte"
Antonio Chicoli è uno scrittore che impone chiarezza alle parole e particolare fluidità ai costrutti, indipendentemente dal tipo di storie che intende raccontare. Mentre il suo esordio con “L’intruso” (Pironti editore, 2011) infatti, mette in scena un vero e proprio thriller – in cui non manca l’ostinazione verso la ricerca della verità di un personaggio chiave del testo – in questo secondo lavoro, “Dentro la stanza” (edito ancora da Tullio Pironti), la storia che racconta è completamente diversa. Entrambe però tradiscono uno stile pulito, senza fronzoli.
Una delle sensazioni che rimangono subito dopo la lettura è quella di aver attraversato un piccolo universo: il quotidiano che accompagna l’infanzia, i dubbi e le scelte dell’esistenza, l’approdo all’età adulta dei personaggi. Nulla è senza conseguenze e l’autore è abile a cogliere – col minimo sforzo, potremmo dire – stati d’animo e pensieri, fino a restituire immagini che scivolano come in un film ben pensato, girato con la semplicità apparente di un racconto. Capiremo insieme il perchè di queste scelte grazie all’intervista che abbiamo realizzato.